In effetti è stato il primo computer portatile al mondo.
Dotato di un microprocessore 8088, 128k di RAM e 256 di ROM, permetteva in effetti di sperimentare tutto quello che era possibile fare con un computer normale.
Era facilmente trasportabile, stando in una tasca del giubbotto, con un peso inferiore ai 500gr.
Ricordo con malinconia un pomeriggio, al bar al lago, insieme ad un amico scomparso, lui da una parte del tavolo e io dall'altra, con i nostri due Portfolio connessi da un cavo seriale, che eravamo riusciti a creare un collegamento tra i due e avevamo iniziato probabilmente una delle prime chat private al mondo.
E' dotato di un sistema operativo DIP 2.11 che era perfettamente compatibile col DOS Microsoft, permettendo così di lavorare tra i due sistemi.
Ad oggi è una chicca assoluta.
Potremmo chiamarlo "Il vero successore dell'Atari Portfolio", dato che ha preso tutti i lati positivi, tolto i negativi, aggiunto memoria, porte, compatibilità, funzioni e quant'altro.
Certo, non era per tutti: il listino parla chiarissimo...
Prezzo di base, 980.000 lire, 399.000 lire per il floppy esterno e 2.000.000 lire per una Memory Card da 2Mb.
No, non è un errore di scrittura... 2.000.000 di lire per una Memory Card da 2Mb.
Ma che ne sanno i Millenials!
In compenso, il Modem Fax aggiuntivo costava solo 432.000 lire!
Ovviamente tutti i prezzi più iva (che ai tempi era al 18%).
Dotato di ogni tipo di porta (RS232, PCMCIA e Parallela), era dotato di un sistema operativo DR-DOS 5.0, completamente compatibile con il più diffuso Microsoft DOS.
Il Processore era un classico 8088 a 4,77MHz, ma tramite il tasto "Turbo", la frequenza arrivava a 7,16MHz, quasi raddoppiando la velocità.
Nel software base era poi inserito un pacchetto "Personal Assistant" che lo rendeva un prodotto adatto anche per uso Organizer.
Ma non solo.
Quanti esperimenti su questo pezzo......
Forse uno dei pochi ancora esistenti al mondo.
Certo, nel 1998 in pochi davvero avevano circa 6.500.000 di lire da sperperare per un oggettino così interessante.
In quegli anni, va tenuto presente che un portatile comune pesava più di 5kg e i professionisti di quel tempo erano costretti a trascinarsi dietro borse ingombranti con dentro dei mattoni.
Appunto, nel 1998, la Geo (marca di nicchia), propose questa intelligentissima soluzione: un portatile da 1.6kg con un potentissimo Intel Tillamook MMX da 266MHz, 64Mb di RAM, un HD da 3Gb e qualunque tipo di porta immaginabile.
Era dotato di IrDA, Controller NS97338, Seriale, Parallela, PS/2, CRT, Audio Jacks e USB, oltre che ovviamente PCMCIA.
In questo modo, il lettore Floppy Disk e il CD-ROM 24x erano collegabili quando necessari, ma non si era obbligati a tirarseli dietro ogni momento.
DOS 6.22 e Windows 98 permettevano a questa spettacolare macchina di far girare qualunque software dell'epoca.
Perfetto.
Quasi come nuovo.
E la cosa divertente è che questo era proprio il mio, venduto un mese dopo l'acquisto ad un cliente esigente; ha girato mezzo mondo, attraversando anche il Sahara su un mezzo fuoristrada e tornando alla fine a casa.
E poi (nel 2011), tornato nelle mie mani, a sua dismissione perchè obsoleto.
Auto elettrica: finalmente siamo tutti dei “verdi”!!!
Cerchiamo di fare un po’ chiarezza sulle autovetture elettriche.
Chissà quanti di voi pensano di avere capito tutto su questo argomento e che siate assolutamente certi di poter dividere il mondo degli automobilisti in due parti: gli inquinatori seriali e chi ha a cuore la salute del nostro Pianeta.
Tutti i giorni siamo invasi da media di ogni tipo (Web, TV, Radio, Riviste, Giornali) da continui ed incessanti messaggi sull’importanza di salvaguardare la salute del nostro Pianeta, che inquinare è sbagliato e che l’auto elettrica è l’unica risposta intelligente che possiamo dare (parlando di mezzi di trasporto).
I vari Comuni, Province, Regioni, bloccano così il traffico ad auto di qualche anno fa’, facendoci sentire quasi in colpa per ogni sgasata e per ogni chilometro percorso, come se ad ogni accensione di un motore, qualche nuovo tumore cresca in qualcuno vicino a noi.
Beh, non è propriamente così la questione.
Cominciamo col dire che i dati del Global Carbon Atlas affermano che chi inquina di più in assoluto è la Cina, che si attesta a 9,84 miliardi di tonnellate di CO2 nel 2017; in seconda posizione troviamo gli Stati Uniti con 5,3 miliardi di tonnellate di CO2, mentre al terzo posto c’è l’India (2,4mld di ton).
A seguire, in ordine, Russia (1,7mld ton), Giappone (1,2mld ton), Germania (0,9mld ton).
A completare la lista dei vincitori, ci sono Iran, Arabia Saudita, Corea del Sud e Canada.
Stando a questa classifica, basterebbe fare un bel discorsetto con Cina, Stati Uniti ed India per ridurre del 70/80% l’inquinamento mondiale, anche perché, capiamoci bene, se tutta l’Europa passasse a veicoli elettrici, sarebbe come aver evitato di sputare in una piscina piena di residui fognari e sentirsi felici di aver salvaguardato la Natura.
Diciamo pure che il grande problema dell’inquinamento non è totalmente dovuto alle automobili.
Ma facciamo finta che vi sentiate particolarmente “verdi”, che crediate veramente ai messaggi ricevuti e che siate disposti a gettare la vostra vecchia auto con motore a combustione interna a favore di una più ecologica, di nuova generazione.
Ovvio, se siete miliardari il problema non è insormontabile: si digita sul Browser di Internet www.tesla.com e si seleziona la Model X Full Optional per 487 km di autonomia e 250 km/h di velocità massima, si tirano fuori quasi 140.000€ e il gioco è fatto.
Se invece non avete in cantina una stampante capace di sfornare banconote di buon livello, dovrete per forza puntare su un veicolo di classe inferiore.
In effetti, siamo invasi da messaggi in cui vengono offerti veicoli elettrici per poche decine di Euro al mese.
Prendiamo in esempio la nuova Renault Zoe, una delle più economiche in commercio (“Tua da 99€ al mese”).
Beh, siamo onesti: detto così, 99€ al mese, fa davvero gola a chiunque.
Dite la verità… 99€ al mese e girate con un’auto elettrica a 0 emissioni senza più spendere soldi in benzina… vi state già dando dell’idiota da soli per non averlo fatto prima.
Insomma…. evitate di inquinare e con quello che risparmiate in carburante, i 99€ al mese saltano fuori in meno di 15 giorni.
Via, si va immediatamente sul sito della Renault per configurare la vostra nuova Zoe, così potrete vantarvi con gli amici di essere Eco-Friendly e poter sfottere il vostro vicino che da quando ha comprato una M3, accende mutui a mesi alterni per pagarsi la benzina.
Già entrati sul sito, ci si accorge che i 99€ al mese non si scorgono da nessuna parte… ma non preoccupatevi del prezzo di listino messo “a partire da 25.900€” o delle rate “a partire da 437€”.
Entriamo nel configuratore e andiamo a sceglierci la nostra nuovissima Auto Elettrica!
No a Batterie a nolo.
Noi siamo dei “signori” e la macchina ce la compriamo tutta a suon di cash: è un trabacchino elettrico, che volete che costi?
Procediamo con la versione più carina, la Edition One, Batterie incluse, due accessori… 40.500€.
Per essere un trabacchino in effetti costa come una Ford Mustang.
Forse è meglio andare sull’opzione più conveniente per voi: scelta di acquisto della versione ultra-base tramite finanziamento del veicolo e solo il noleggio delle batterie (7.500 km/anno massimo).
Quindi abbiamo un’auto da rottamare Euro 1, 2, 3 o 4 e accediamo anche agli incentivi rottamazione di 6.000€: il top del risparmio.
Anticipo 2.700€, finanziamento di 14.000€, spese e istruttorie varie, imposte di bollo, etc etc totali circa 640€, 120€ al mese di rata, rata finale di 12.000€ (per 22.500km massimi percorsi in 36 mesi, altrimenti si aggiunge 0,1€ per ogni km percorso).
Quindi al momento dell’acquisto, in realtà, sembra che di soldi ne vadan via pochi; con soli 3.500€ circa usciamo dal Concessionario con la nostra nuova auto elettrica.
Certo, nei prossimi mesi, dobbiamo tirar fuori anche 74€ al mese per il noleggio delle batterie, quindi il costo al mese, solo per dire che l’abbiamo, è già salito a quasi 200€.
E dobbiamo ancora cominciare ad usarla.
E, ironicamente, abbiamo già inquinato come non mai per averla: produrre le batterie necessarie al funzionamento di una vettura elettrica, inquina parecchio.
Lo Swedish Environmental Research Institute di Stoccolma ha uno studio in cui analizza il ciclo di vita delle grandi batterie agli ioni di litio utilizzate per i veicoli elettrici. Secondo le autrici dello studio Lisbeth Dahllöf e Mia Romare, la produzione di questi accumulatori genera l’immissione in atmosfera di enormi quantità di CO2: dai 150 ai 200 kg per ogni kWh di potenza.
Se pensate che una Panda comune, inquina 120gr di CO2 per ogni km….
Fatti i dovuti calcoli, le batterie della vostra Zoe (da 52Kwh) hanno inquinato minimo per 8 tonnellate di CO2; in pratica, potevate fare quasi 70.000 km con la Panda per inquinare quanto avete fatto solo acquistando quest’auto elettrica.
Non è proprio un bel partire....
In più c’è da considerare che lo smaltimento di tali batterie non è decisamente semplice… anzi….
Oltre al problema inquinamento, le batterie per auto elettriche pongono anche quello relativo alla sicurezza.
C'è poco da fare: se una batteria viene danneggiata e perforata, è molto probabile che si incendi.
E domare un incendio che ha come combustibile il litio non è affatto facile: essendo composte da migliaia di piccole pile, poi, queste batterie tendono a riaccendersi anche diverse ore dopo che l'incendio è stato spento.
Ma siamo troppo felici: abbiamo smesso di inquinare e d’ora in poi non ci costerà quasi nulla in termini monetari e di inquinamento circolare.
Stiamo per vedere che l’auto si sta scaricando e cominciamo a preoccuparci della ricarica.
E’ necessario munirsi di una torretta di ricarica in casa, perché per una ricarica completa servono 8 ore circa.
Bisogna munirsi di WallBox, la colonnina per ricaricare l’auto, che costa dai 1.000€ circa ai 1.800€ circa, montata.
Però, il normale contatore da 3Kw/h che avete per uso domestico, non è certo adeguato (solo per l’auto servono 7Kw/h) e bisogna cambiare il contratto con il vostro Gestore di Energia per un più utile 6 o 7 Kw/h.
Quindi spendiamo con il gestore circa 250€ iniziale per il cambio e un 100€ all’anno circa in più rispetto al vecchio contratto.
Questa macchina elettrica comincia a costarmi più di una Porsche.
Fatto tutto, finalmente possiamo mettere la spina di corrente nel muso di questo frullatore e ricaricare a costo 0.
No. Proprio zero no.
Ricaricando la vettura elettrica usufruendo della propria rete domestica, infatti, ha un costo di 0,20 euro al Kwh (quindi un 10€ circa di pieno), mentre questo aumenta a 0,45 euro al Kwh in caso di operazione effettuata presso le colonnine pubbliche (23€ al pieno). Se, invece, avete fretta e volete una ricarica rapida presso le colonnine fast charge (“fretta” e “rapida” comunque si traducono in un paio d’ore), il costo per il rifornimento di elettricità è di 0,55 Kwh (quasi 30€ a pieno).
Per fare 300 km.
Non è che sia proprio economico, sommate anche tutte le spese mensili varie.
Però non inquino e ho risolto il problema.
Anche ed ancora no.
L’energia elettrica manca.
Secondo il Bilancio dell’Energia Elettrica relativo al 2018, i consumi totali in Italia sono stati di 321,4 TWh con una nostra produzione di 279,8 TWh e ne è stata importata 47,2 TWh (+10,0%).
Il fatto che già non sia sufficiente l’Energia prodotta dal nostro Paese, sta a significare, in pratica, che la vostra auto nuova dovrà marciare con corrente elettrica proveniente da Svizzera, Slovenia, Austria e Francia (è da questi Paesi che ci riforniamo di energia elettrica).
Svizzera, Slovenia e Francia producono energia con centrali nucleari; l’Austria no, ma non ha energia prodotta sufficiente e ne importa da paesi con centrali nucleari.
Tradotto, per non inquinare con un litro di benzina, preferite circolare utilizzando centrali nucleari, producendo e gettando batterie come fazzoletti di carta, spendendo di più del vostro vicino con la BMW M3, per circolare con una scatoletta che potrebbe prendere fuoco da un momento all'altro.
Questo è il succo del discorso.
Non vi costa meno.
Non inquinate meno.
Però siete verdi.