Era il 1980, quasi 40 anni fa’, quando la Nintendo lanciò sul mercato il primo gioco elettronico portatile a LCD, il primo di una lunga e preziosa serie che tutti noi oggi conosciamo come Game & Watch.
Da quel momento, molte altre aziende cercarono si seguire le orme e la moda del momento, tra cui la Tiger, la Bandai, la Polistil.
Bambini, ragazzini, adolescenti e non di rado anche adulti, collezionavano queste curiose console in modo quasi maniacale ed un piccolo momento libero era l’occasione adatta per una sfida all’ultimo punto, soprattutto se contro un amico.
In poco tempo, decine e decine di tipi diversi di console e di giochi avevano invaso il mercato e questo cominciò a far sì che i ragazzini iniziassero a scambiarseli vicendevolmente.
Era l’occasione per liberarsi di un gioco ormai molto più che conosciuto e di averne uno “nuovo” senza aver chiesto nulla ai genitori che, molto spesso, neanche si accorgevano del cambio, dato che l’estetica e il prezzo delle console era pressoché il medesimo per molte di esse.
Ricordo benissimo che tutti noi ne avevamo sempre in tasca almeno una; anche a scuola, la ricreazione era il momento ideale per mostrare orgogliosi il nuovo Record ai compagni.
Nelle abitazioni, le piccole batterie a pastiglia (le LR-44) erano più presenti del pane e del latte ed il “beep-beep” dell’audio basilare risuonava ovunque, non essendo possibile silenziarle o diminuirne il volume.
Erano giochi semplici, mai violenti, sempre simpatici e adatti a qualunque età, dai 2 ai 120 anni, in grado di farci passare qualche minuto sfidando la nostra prontezza di riflessi.
Nessuno si infuriava con uno schermo, nessuno si rinchiudeva in se’ stesso con delle cuffie o dei visori 3d; anzi… quel gioco era un’ottima scusa per fare nuove amicizie o per sopportare la solitudine di qualche breve momento.
Erano sì, altri tempi, altri ritmi, altre necessità, ma era anche un modo diverso di godersi la vita.
Quest’anno ho rispolverato alcuni gioielli di quei tempi e mi sono reso conto che non sono affatto invecchiati: sono ancora molto allegri, sinceri, giocosi e, con molto stupore, mi sono anche reso conto che sono ancora in grado di coinvolgere le persone che ho attorno, con una insolita curiosità per chi non li ha mai visti e con una immensa nostalgia per chi è cresciuto giocandoci.
Ecco perché ho deciso di realizzare il progetto “Back to the 80’s - The Games”: il ritorno a queste console è ora possibile per tutti i possessori di iPhone (attualmente non è ancora disponibile per Android) ad un costo di un paio di caffè.
Abbiamo lavorato soprattutto sul feeling, prendendo fisicamente in mano reali console degli anni 80 e giocandoci per diverso tempo.
Abbiamo provato a ricreare le stesse sensazioni di gioco, la stessa immersione nella frenetica corsa ai punti, negli effetti visivi che davano questi vecchi schermi a cristalli liquidi.
E pensiamo di esserci riusciti.
Abbiamo riscontri interessanti da chi li ha già scaricati dall’App Store, riscontri tipo “A mio figlio piccolo piace un sacco: questa grafica nuova lo incuriosisce” oppure “Mi sembra di essere ritornato ragazzino” o ancora “Incredibile come questa semplicità sia così accattivante”.
Non sono giochi che isolano le persone: incredibilmente le avvicinano, nonostante l’assenza totale di un collegamento a qualunque funzione di Internet.
In effetti sono volutamente realizzati in questo modo: senza pubblicità, banner, richiami a pagine Web, messaggi Pop-Up, energia da ricaricare, sollecitazioni ad invitare amici, a condividere su Facebook, ad acquistare diamanti o gettoni, a mettere un altro inutile “mi piace” ad un gruppo che non visiterete mai.
Sono volutamente realizzati per distogliervi da tanta inutile multimedialità e farvi tornare, anche solo per un breve momento, ragazzini.
Era questo il nostro scopo.
E lo è ancora: continuiamo a lavorare per realizzare nuovi Games e per aggiornare quelli già pubblicati, migliorandoli ogni volta in modo fedele ed accattivante per garantirvi un sano divertimento.
Buon salto nel passato!